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Fondazione

Fondazione Baruchello

La Fondazione Baruchello è nata nel 1998 per volontà di Gianfranco Baruchello e Carla Subrizi. È il risultato della donazione che Baruchello, a quaranta anni di attività d’artista, ha posto alla base di un’impresa culturale destinata al sostegno e alla sperimentazione dell’arte contemporanea. Circa cinquecento opere tra pittura, scultura, oggetti, cinema e video, una biblioteca di circa quarantamila volumi, manoscritti e archivi, attrezzature video e cinematografiche, superfici esterne per circa undici ettari, edifici, oltre la sede, per residenze, studi d’artista e laboratori costruiscono la donazione. A questi beni si sono aggiunti nel tempo ulteriori Fondi di libri e documenti, donati o acquisiti, tra i quali il Fondo Emilio Villa e il Fondo Nanni Balestrini. L’istituzione della Fondazione ha trasformato una proprietà privata (la casa-studio dell’artista) in un bene pubblico. La prima sede della Fondazione si trova alla periferia di Roma, nel Parco di Veio. Inserita al crocevia di una trasformazione territoriale, ambientale e culturale che vede la coesistenza di piccole e medie imprese, pratiche agricole e zootecniche ancora attive, risorse archeologiche,  transito continuo dalla periferia alla città, la Fondazione Baruchello costruisce la propria azione continuando a sviluppare quanto Baruchello ha realizzato non soltanto nella specificità territoriale di questo luogo ma anche attraverso l’idea che l’arte sia un linguaggio per pensare e immaginare forme diverse di esistenza e coesistenza nel mondo.
Immersa in un ampio parco, con piante secolari, campi e giardini, su un territorio originariamente attraversato dall’antica strada che collegava Veio a Sacrofano, sin dall’inizio la Fondazione ha individuato proprio in questa specificità una premessa culturale, tra arte, natura e politica culturale. La Fondazione intende dunque privilegiare la posizione decentrata in cui si trova, considerando questa ubicazione alla periferia di Roma una particolarità dalla quale possono avviarsi nuove forme di sperimentazione per ripensare il paesaggio sia naturale che culturale tra XX e XXI secolo.
Una seconde sede si trova invece al centro di Roma, non lontano dal Gianicolo, in Via del Vascello: questo spazio costituisce una ulteriore possibilità per collegare e incrementare le attività e i progetti.

Gli spazi

La Fondazione mette a disposizione della ricerca, della progettualità degli artisti e degli studiosi e ricercatori di diverse discipline, i propri spazi. La sede di Via di Santa Cornelia,  di circa 1000 mq, con spazi interni su quattro piani, per seminari, conferenze, tavole rotonde, esposizioni, biblioteca, uffici; altri edifici, nel parco,  per laboratori e studi d’artista, residenze, spazi esterni, tra cui prati, giardini, piccoli boschi per una superficie di circa undici ettari; la sede (dal 2014) in Via del Vascello, al centro di Roma, (circa 300 mq), tra il Gianicolo e Trastevere, costituiscono gli spazi per le attività della Fondazione. Beni mobili tra i quali libri, archivi storici e fotografici, attrezzature e impianti audio-video, un nucleo di opere di Gianfranco Baruchello datate dal 1951 al 1998, costituiscono invece un patrimonio continuamente studiato, inventariato e reso oggetto di ricerca e iniziative.

La storia

L’attività e la ricerca che Gianfranco Baruchello dal 1973, (anno in cui decise di trasferire la sua casa-studio da Roma nella località di Santa Cornelia), ha condotto negli spazi oggi della Fondazione, (Agricola Cornelia S.p.A., 1973-1981; il Giardino, dal 1985; il Bosco, dal 1990) sono testimonianze e storia di una ricerca da quaranta anni incentrata sulle relazioni tra arte, cultura e natura (nei modi dell’agricoltura e della zootecnia), economia (l’indagine sul valore d’uso e il valore di scambio nell’arte), archeologia, estetica, storia, viaggio e avventura. Filosofi, critici, poeti (Jean-François Lyotard, Alain Jouffroy, Henry Martin) hanno vissuto negli anni in questi luoghi, formando piccole comunità di intenti e progettazione. La Fondazione ha dunque raccolto questo patrimonio storico e lo ha posto alla base di una progettualità che prosegue molte delle direzioni di ricerca avviate da Baruchello: arte e natura, arte e paesaggio, arte e politica, arte e immaginari.  Questa lunga storia incontra quindi la contemporaneità, accetta l’innovazione e il dialogo, ponendo proprio quello che può emergere da tali relazioni alla base di nuove sperimentazioni e ricerche.
Dal 1998 la Fondazione ha quindi lavorato privilegiando attività in progress, workshop, progetti sul territorio, arte e natura, inchieste, incontri concependo l’arte come uno strumento per costruire nuove forme di dialogo e partecipazione.