EMOTION. L’arte contemporanea racconta le Emozioni
“La verità non è mai un traguardo ma un lungo e accidentato percorso che non può escludere gli errori e gli inganni. Ogni verità si accompagna al proprio inganno, Abele al suo Caino, ogni esistenza al suo peccato originario. Verità e Inganno sono fratelli siamesi che non si possono separare e l’arte è il metro del loro confronto. Sono gli artisti che agiscono in tale territorio e sono loro che accendono il brivido dell’emozione. EMOTION è un dialogo fitto e inatteso fra verità e apparenza, è il segno di un confronto guidato dalla sorpresa e dall’emozione“. Danilo Eccher, curatore
Più di venti artisti, più di venti opere molte delle quali site specific: EMOTION porta il pubblico in un viaggio di emozioni perché se ne possano sentire molte molte di più. Sorpresa, confusione, desiderio, gioia, paura, attesa, angoscia, felicità, orgoglio, eccitazione, nostalgia, ammirazione, sollievo, tranquillità, imbarazzo.
Quante emozioni ispirano un artista? E quante vengono trattenute dentro l’opera? E quali prova uno spettatore davanti a quell’opera? E quante si mantengono nel tempo e quante cambiano e come cambiano?
Quando si ha a che fare con le emozioni sono più le domande delle risposte, sono sempre più le emozioni delle certezze.
Un fungo alto tre metri accoglie e invita al viaggio, era già successo in una favola, in un altro viaggio, in un altro mondo, in un’altra meraviglia. Questa volta il fungo è di Carsten Höller e il viaggio è nell’arte. Inizia così EMOTION l’arte contemporanea racconta le emozioni, per proseguire con molto altro, con altre emozioni.
Prosegue con lo stupore di trovarsi di fronte alle altissime figure di Luigi Mainolfi, nel chiostro esterno, camminando su un pavimento di oceano; nello spaesamento delle cattedrali immaginarie di Piero Pizzi Cannella e nella meraviglia della sua Camera Picta ispirata a Raffaello; con l’incanto delle rifrazioni luminose e sonore dell’aurora boreale ricreata dall’opera interattiva di Alessandro Sciaraffa; con l’attrazione verso la foresta stregata della video installazione di Masbedo (Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni) o l’attrazione ipnotica e concentrica dei ludoscopi di neon di Paolo Scirpa.
Un viaggio di emozioni che diventa relazione e interazione tra i visitatori grazie all’ambiente di Gregor Schneider; un universo di colori attraverso i prismi scomponibili dell’artista coreana Kimsooja; un microcosmo onirico di visioni possibili e impossibili di Tony Oursler; le grandi figure di supereroi ripensate da Adrian Tranquilli fino al progetto site specific di Nedko Solakov che riporta alla dimensione della narrazione in chiave arguta, a tratti ironica.
E se il soffitto, il pavimento e le pareti fossero avvolti da una foresta di rovi e libellule di Pietro Ruffo, quale emozione provereste? E se poteste camminare tra le Erme di Luigi Ontani sentendovene parte? E se l’intento di Laure Prouvost con la sua video-installazione e il grande lampadario meccanico fosse quella di farvi provare un’estasi paradisiaca, vi abbandonereste? E quale curiosità muove il visitatore a esplorare, investigare e cercare di scoprire nelle nature morte, create anche grazie l’intelligenza artificiale, di Matt Collishaw i significati più nascosti?
Eva Jospin mette le sue emozioni dentro paesaggi e architetture di cartone; Annette Messager le cala dal soffitto, dedicandole al corpo umano, attraverso delle fotografie dentro reti da pesca, forme colorate e un grande Pinocchio; il collettivo AES + F in quella che definisce “psicoanalisi sociale”; rivela ed esplora i valori, i vizi e i conflitti della cultura globale contemporanea; Subodh Gupta utilizza oggetti per evocare ricordi e infine Paul Morrison, grazie ai suoi disegni neo romantici e pop-naturalisti, conduce in paesaggi ed emozioni inaspettate.
EMOTION conferma l’idea di DART Chiostro del Bramante e di Danilo Eccher di poter realizzare grandi narrazioni contemporanee in cui da una prima idea/tema, in questo caso il contrasto tra la verità e la finzione nell’arte, con l’emozione come effetto di questa dicotomia, l’arte possa entrare in relazione in un contesto più ampio con la filosofia, la letteratura, l’architettura.
Secondo Eccher, superato il tradizionale metodo dell’esporre, è necessario creare percorsi in cui il pubblico è chiamato non solo a “guardare” ma a immergersi, avendo letture sempre diverse e migliori con un coinvolgimento certamente più ampio in termini di qualità e quantità.
Sul rapporto tra verità e finzione si interrogano da sempre gli artisti di ogni tempo, così come sull’emozione che l’opera provoca in chi la realizza e in chi la guarda, questo nuovo progetto rinnova la metodologia curatoriale di Eccher e l’impegno di Chiostro del Bramante, dopo i progetti Love, Enjoy, Dream e Crazy.