Figure Out
Con la mostra collettiva Figure Out, 1/9unosunove apre le sue porte a cinque giovani pittori, tutti nati negli anni Novanta del secolo scorso, presentati per la prima volta in galleria. Pittura “generazionale” che, a testimonianza della rinnovata attenzione al medium pittorico che caratterizza il panorama artistico contemporaneo, si presenta in maniera assai sfaccettata, seppur già con interessanti caratteri di maturità.
Nelle opere degli artisti esposti notiamo, infatti, cinque modi marcatamente diversi tra loro di intendere la pittura. La restituzione di uno sguardo sul mondo diventa allo stesso tempo elemento “fisico” (non esclusivamente ottico) e “narrativo” (non esclusivamente decorativo). La superficie colorata si fa terreno di incontro/scontro tra scelte estetiche e tematiche caratterizzanti che, di volta in volta, invitano lo spettatore non ad accettarle passivamente, quanto piuttosto a decifrarle, anche attraverso gli strumenti visivi propri della contemporaneità.
Per questo motivo, il titolo della mostra prende spunto dalla locuzione inglese “figure out”, che si può tradurre in italiano come risolvere, comprendere, capire. All’interno di questa espressione domina il verbo “to figure” che, tra le varie traduzioni possibili, ha anche immaginare e raffigurare. Giocando a livello linguistico con questo modo di dire, è possibile leggere il percorso espositivo come un insieme di tentativi, in collegamento tra loro, di dare soluzione al problema pittorico della raf-figurazione nel contesto socio-comunicativo attuale. Il tutto attraverso la comprensione del potere immaginifico della pittura e con un’attenzione peculiare alla sua messa in opera.
Nella prima sala si attiva un confronto che mette in luce affinità e divergenze tra le opere rarefatte, concettuali e installative di Bolognino, Donzé e Fidanza, che sembrano quasi disintegrare e disperdere l’oggetto riconoscibile della pittura. Invece, nella seconda sala, il raffronto diretto tra Bove e Moretti rimanda a un legame più stringente con le tematiche della figurazione. Eppure, analizzando meglio i lavori, si può notare anche in Donzé, Bolognino e Fidanza una connessione con la rappresentazione della realtà, perfino quella più quotidiana e domestica. Mentre sia in Moretti che in Bove – pur con due modalità di realizzazione completamente differenti, una più satura e colorata, l’altra più eterea e intangibile – la composizione spaziale e la resa tecnica esulano da una semplicistica lettura figurativa.
Nonostante i linguaggi differenti tra loro, è chiaro come tutti e cinque gli artisti pensino “in pittura”. Una pittura che non si rifugia nell’arcaismo e che, anzi, sfrutta diversi riferimenti alla stretta attualità, la cui eco influenza forme, composizioni, scelte cromatiche, stilistiche e tematiche. La dicotomia tra materialità e virtualità dell’immagine – elemento caratterizzante del mondo contemporaneo – si fa pittura, ma senza cedere a intenti didascalici o esclusivamente descrittivi.
I cinque artisti in mostra propongono soluzioni estetiche diverse al problema della rappresentazione pittorica dell’attualità, innescando continui rimandi tra la realismo e finzione che puntano a stimolare l’osservatore, mettendo in dubbio il suo punto di vista privilegiato e lasciando a lui il compito di “risolvere” (to figure out) l’opera, traendo da ogni raf-figurazione le proprie chiavi di lettura e i propri rimandi alla visibilità contemporanea.
Andrea Bolognino, Verdiana Bove, Natacha Donzé, Elia Fidanza, Pietro Moretti – Figure Out