Filippo de Pisis
Il Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps accoglie Filippo de Pisis, una mostra che restituisce la sensibilità pittorica dell’artista ferrarese e il ruolo di protagonista nell’esperienza della pittura italiana tra le due guerre.
La rassegna – insieme a ventisei dipinti – pone l’accento su una nutrita selezione di carte e acquerelli. Questa tappa romana completa in maniera suggestiva il percorso realizzato al Museo del Novecento di Milano, dove è stata presentata nei mesi scorsi la più ampia retrospettiva milanese degli ultimi 50 anni dedicata a de Pisis.
Filippo de Pisis (Ferrara 1896 – Milano 1956) è stato un protagonista nell’esperienza della pittura italiana tra le due guerre, come questa mostra illustra attraverso un’accurata selezione di opere distribuite nell’arco di oltre trent’anni di ricerca.
Poeta e pittore dal talento versatile, Filippo de Pisis è una figura senza confronti nelle vicende artistiche del Novecento italiano. Una vasta cultura, studi classici, l’interesse per l’archeologia e la passione di collezionare cose minute sin dalla giovane età: sono tutti aspetti della personalità dell’artista che a Palazzo Altemps creano una relazione quasi diretta con il gusto per il collezionismo coevo e innumerabile di Evan Gorga, mentre rimandano alla suggestione per il bello antico che aveva nutrito il gusto antiquario del collezionismo cinque-seicentesco delle famiglie patrizie romane. Alle statue di dei, eroi, ai ritratti di imperatori, possono essere avvicinati i ventotto tra disegni su carta e acquerelli con nudi maschili e teste di giovani così come gli oli dove la statuaria ideale, il frammento scultoreo, inseriti in un paesaggio ora reale ora metafisico, riecheggiano la passione archeologica.
Instancabile viaggiatore, Filippo de Pisis ha anche vissuto e lavorato a Roma: una delle tappe, insieme a Milano, Venezia, il Cadore e soprattutto Parigi e Londra, che ha contribuito a creare una personale narrazione che non ha mai ceduto a correnti artistiche. Le vivaci vedute cittadine, i paesaggi ariosi delle montagne a lui care, gli intensi ritratti capaci di cogliere la personalità della figura descritta e le inusuali combinazioni di nature morte hanno sempre risposto a uno stile decisamente individuale.
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Image credits:
Filippo de Pisis La cena del cappuccino, 1923
courtesy Galleria Tega e Farsetti Arte
Filippo de Pisis Natura morta occidentale, 1919
Verona, collezione della Fondazione Cariverona
Filippo de Pisis La Cupola degli Invalidi e la Torre Eiffel (Paesaggio Parigino), 1926
Collezione Augusto e Francesca Giovanardi, Milano. Foto di Alvise Aspesi
Filippo de Pisis Il piede romano, 1933
Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna
Filippo de Pisis Le cipolle di Socrate, 1926
Musée de Grenoble. Ph. J.L. Lacroix