Marta Mancini – Buds
Matèria presenta la seconda personale di Marta Mancini in galleria, la prima nel nuovo spazio, curata da Cecilia Canziani e accompagnata da un testo di Alessandro Sarra.
La mostra presenta una serie inedita di dipinti dell’artista romana e prende il nome di Buds, una parola che ha un suono grave e che invece tradotta significa germoglio, bocciolo.
Guardando a questo nuovo ciclo di opere si rintraccia l’idea di germinazione e di crescita attraverso tentativi, accostamenti, scarti, l’annuncio di una nuova stagione. Iniziato durante il lockdown, questo nuovo corpus di opere è poi proseguito nel corso di due anni, precisandosi negli ultimi mesi in forme e colori che hanno acquisito più nitidamente i caratteri del quadro di paesaggio.
È utile tornare indietro nel tempo per trovare nelle opere in mostra tanto i segni di rottura quanto quelli di continuità con i cicli precedenti: Marta Mancini sembra infatti procedere sempre per strappi, inaugurando nuove serie che però si costruiscono sempre dialetticamente rispetto alle precedenti come una prosecuzione del suo dialogo con la pittura.
Se infatti i quadri esposti nella personale precedente (La molla, Matèria, 2018) erano caratterizzati dalla grande dimensione, dalla verticalità, e dalla cancellazione della superficie pittorica ad isolarne delle porzioni specifiche che si attivavano le une con le altre, in questo caso, invece, il formato prescelto è orizzontale, di piccole dimensioni e il gesto pittorico è costruens: l’immagine si forma attraverso l’accostamento di campiture di colore composte di pennellate minute – quasi infantili, buds, appunto.
Ma è una distanza apparente, perché nella genealogia di questa nuova serie si legge la filiazione dal ciclo precedente: la linea di contorno, che nei primi quadri separa ancora le diverse porzioni di colore, e sembra derivare dai disegni a biro che hanno accompagnato la realizzazione delle ultime Molle, gradualmente viene meno, mentre il colore diventa capace di costruire forme che accostate, si rivelano come interni, poi come paesaggi con figure, case e capanne, alberi e che allo stesso tempo restano macchie, segni astratti. Il formato stesso riprende una serie ancora precedente, Abita (2012), in cui la palette prevalentemente composta di verdi e porpora già era percorsa da piccoli tratti che con Buds diventano strutturali, e funzionali a restituire l’idea di un esercizio, come se l’artista con questi quadri testasse un immaginario – che è riconducibile alla pittura del dopoguerra italiana, ma anche a certe esperienze dell’avanguardia europea – attraverso un segno all’apparenza semplice.
Ai quadri in mostra, fanno infine da contrappunto due disegni del 2013, mai esposti, che in maniera simile presentano l’intera superficie del foglio percorsa da brevi segni che abbozzano quasi figure e attivano l’intera superficie del foglio. Accompagna la mostra un testo di Alessandro Sarra, pittore, sin dagli esordi interlocutore privilegiato dell’artista.
Marta Mancini (Roma, 1981) vive e lavora a Roma. Tra le mostre personali: Disegnini al telefono, Il Crepaccio Instagram Show (2020); Mancini / Cresci, Booth Matèria, Artissima, Torino (2019); La molla, Matèria, Roma (2018); Abita, galleria S.A.L.E.S, Roma (2012); Ospiti, 34 angeli, Roma (2010). Tra le collettive recenti: Post-Turismo, Post-ex, Roma (2022); Ineffable worlds, Tang Contemporary Art, Honk Kong (2021); Insieme, Mura Aureliane di San Lorenzo, Roma (2020); Due quadri e un tavolo, Richter Fine Art, Roma (2020); Arcoscenico, Numero Cromatico, Roma (2020); Flash, Metodo Milano (2020); View/Openwork, Galleria Monitor, Roma (2019); Ipercorpo, Oratorio di San Sebastiano, Forlì (2019); Premio Hdrà, Palazzo Fiano, Roma (2019); Premio Lissone, MAC, Lissone (2018); The HP Collection, Operativa Arte Contemporanea, Roma (2018); Dialogue #1, Matèria, Frontiera Studio, Palermo (2018); Rosina – Spectrum, Limone, London, UK (2018); La vita della mente, Istituto Svizzero, Roma (2017). Residenze e workshop includono: Openwork, SenzaBagno, Pescara (2019); Simposio di Pittura, Fondazione Lac o Le Mon, Lecce (2018); Specchio, specchio…, Casa Morante, Castel di Ieri, L’Aquila (2018).
Materia – personale di Marta Mancini – Buds