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Chi ha paura di Patrizia Vicinelli

Con Chi ha paura di Patrizia Vicinelli la sezione ARITMICI del museo prosegue il suo approfondimento sull’importanza della sperimentazione linguistica e poetica. La prima mostra istituzionale dedicata alla poetessa bolognese Patrizia Vicinelli offre una ricognizione di questa figura sensibile e irrequieta che si è confrontata, in seno a una forte militanza artistica e politica, con le neo-avanguardie letterarie, dal Gruppo ’63 a Emilio Villa e Aldo Braibanti, e con i protagonisti del cinema sperimentale degli anni Settanta come Alberto Grifi, Gianni Castagnoli, Mario Gianni.

La sua prima opera scritta, E capita, fu pubblicata nel 1962 mentre Patrizia aveva diciannove anni sulla rivista Bab Ilu, fondata nello stesso anno da Adriano Spatola. Dopo due anni nel Gruppo 63 Patrizia Vicinelli decise di dedicarsi anche ad altre discipline artistiche, e incontrò il cinema attraverso Tonino de Bernardi, Mario Gianni, Alberto Grifi e Claudio Caligari.

Nello spazio espositivo la sua voce diviene un’interferenza costante mentre il suo linguaggio viene presentato nelle diverse sfaccettature che lo compongono: dal suo proporsi grafico fino a una ricerca gestuale e performativa che conferisce un’importanza fondamentale al corpo. Sempre trasgressivo e destrutturato, il suo scrivere poliglotta composto da anomali caratteri grafici e tipografici dimostra una dinamicità espressionista pronta a sottolineare i mutamenti storici che Patrizia Vicinelli attraversò negli anni della sua breve vita.

Foto: Patrizia Vicinelli, Chi ha paura di Patrizia Vicinelli. Exhibition view. MACRO, 2021. Ph. Piercarlo Quecchia, DSL Studio.

Categoria:
Disegno / Grafica
Tag:
Patrizia Vicinelli

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