Hannah Villiger
L’Istituto Svizzero presenta, per la prima volta in Italia, la retrospettiva della rinomata artista svizzera Hannah Villiger (1951-97). La mostra esplora la sua opera rivoluzionaria in tutta la sua ampiezza, anche in relazione al periodo romano dell’artista, durante gli anni Settanta.
Hannah Villiger guadagna popolarità durante gli anni Ottanta, attraverso fotografie in ampio formato che rappresentano il suo corpo, spesso mostrando primi piani molto ravvicinati e parti corporee frammentate e astratte. L’artista, che si è sempre considerata una scultrice anziché una fotografa, è stata residente all’Istituto Svizzero dal novembre 1974 all’estate 1976.
Gli ‘anni romani’ sono stati decisivi per la sua biografia artistica: nel suo studio e nel giardino di Villa Maraini, Hannah Villiger ha sviluppato semplici oggetti ispirati ai materiali dell’Arte Povera. Si è poi dedicata sempre più consapevolmente alla fotografia, intesa come un ‘metodo scultoreo’, come emerge dall’iconica serie di scatti di foglie di palma in fiamme.
Ripercorrendo i lavori dell’artista, la mostra offre una panoramica dell’intensa carriera di Villiger, prestando particolare attenzione alla sua residenza presso l’Istituto Svizzero. Accanto alle opere saranno esposti anche i diari di lavoro e altri materiali di ricerca.
La mostra dell’Istituto Svizzero “Hannah Villiger – Works-Sculptural” verrà accompagnata da un volume pubblicato insieme a Mousse Publishing nell’estate 2021, contenente fotografie dei diari di lavoro e contributi testuali a cura di Elisabeth Bronfen, Gioia Dal Molin, Quinn Latimer, e Thomas Schmutz.
Biografia Hannah Villiger Hannah Villiger (1951-97) è stata un’artista svizzera contemporanea del Dopoguerra. Il suo lavoro è stato riconosciuto in territorio elvetico e a livello internazionale. Nel 1975 ha rappresentato la Svizzera alla nona edizione della Biennale di Parigi insieme ad altri artisti svizzeri, come John Armleder e Martin Disler. Nel 1985 il suo lavoro è stato presentato in una mostra personale alla Kunsthalle Basel. In seguito, è stata protagonista di personali in diverse istituzioni come il Centre culturel suisse di Parigi, il Museum für Gegenwartskunst a Basilea e il Kunstverein di Francoforte. Nel 1994 ha rappresentato la Svizzera insieme a Pipilotti Rist alla 22esima Biennale di San Paolo. Dopo la sua morte hanno avuto luogo ulteriori mostre personali: nel 2001 alla Kunsthalle di Basilea e alla Kunsthalle di Bonn, nel 2002 alla nGbK Neue Gesellschaft für Bildende Kunst di Berlino, nel 2007 al MAMCO – Musée d’art moderne et contemporain di Ginevra, nel 2008 at Museum für Gegenwartskunst a Basilea e nel 2012 al Centre culturel suisse di Parigi. Tra il 2020 e il 2021 il suo lavoro farà parte di mostre collettive al Kolumba di Colonia e al Museum zu Allerheiligen a Sciaffusa.