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James Beckett – The Sceptical Structures of Max

T293 – James Beckett. VISITABILE SU APPUNTAMENTO AL LINK

T293 è lieta di annunciare ‘The Sceptical Structures of Max’, la quinta mostra personale in galleria di James Beckett, frutto di una collaborazione lunga oltre un decennio.

Con questa installazione, l’artista fa luce sulle vicende dell’ingegnere/imprenditore Max Himmelheber (1904 – 2000) e sul suo alquanto sfortunato contributo al nascente movimento ambientalista: l’invenzione del truciolato. Il lavoro evidenzia le varie iterazioni del materiale nel tempo e pone le basi per un’indagine più sinistra sulla sua presenza contemporanea. Beckett è noto per i suoi progetti legati a storie d’industrie e architetture che includono spesso manufatti con risultati romantici e grotteschi.

Il truciolato è un materiale ingegnoso inizialmente realizzato con gli scarti provenienti dalle segherie e uniti poi da resina fenolica. Himmelheber si è avvicinato all’uso di questo materiale per via della sua semplicità ed economia, trovando in esso un prodotto resistente e versatile. Il truciolato rappresenta oggi l’80% del materiale utilizzato nella realizzazione di mobili a livello globale e ha generato un acceso dibattito attorno alla sua reperibilità e al suo impatto ambientale.

Grazie ai suoi brevetti, Himmelheber mise insieme una grande fortuna, per poi ritirarsi dedicandosi a riflessioni filosofiche sul ruolo dell’uomo all’interno del mondo industrializzato. La diffusione delle sue fabbriche portò Himmelheber a soggiornare per lungo tempo in Giappone, dove entrò in contatto con la religione Shintoista e l’Animismo. Tornato nella sua città natale, Himmelheber commissionò all’architetto Karl Nothhelfer la costruzione di una villa d’ispirazione orientale, un ibrido modernista che traduce le sue fantasie in abitazione, fondamentalmente un eclettico imbastardimento delle forme tradizionali giapponesi.

L’installazione di Beckett trova origine nelle idiosincrasie della biografia di Himmelheber e nei vari prodotti dello stesso materiale. L’uso di pezzi di truciolato raccolti dalle strade trasmette la visibile caducità che costituisce la spina dorsale di questa installazione. Gli umili frammenti di ciò che un tempo furono cucine, armadi, scaffali, supporti di TV, letti riflettono uno stato di abbandono e stanchezza. Ulteriori dettagli sulla riproduzione architettonica, pubblicazioni e manufatti esplorano questo sentimento, tra cui una collezione di lastre sperimentali di truciolato dall’archivio Himmelheber, risalenti al c. 1945 – 1957.

Impiegando tecniche ed estetiche legate ai musei, il display mette insieme questi strati per disimballare e decontestualizzare il prodotto di consumo, e con esso una vasta gamma di questioni socioeconomiche e ambientali. Alla fine apparente di un’era, questo approccio può essere visto come una forma di redenzione attraverso una considerazione, un riordino e una cura dei beni.

Il progetto è stato realizzato in collaborazione con la Cityscapes Foundation di Amsterdam e la Max Himmelheber-Stiftung di Reutlingen (Germania).

Categoria:
Arte Contemporanea / Installazione
Tag:
James Beckett

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