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L’arcobaleno riposa sulla strada

All’Istituto Svizzero, sulla scia delle retrospettive, quasi onnipresenti, dedicate all’artista svizzera Meret Oppenheim, la mostra romana L’arcobaleno riposa sulla strada (il titolo deriva da una poesia scritta dall’artista nel 1933) indaga proprio questa eco.

«Quando qualcuno parla una lingua propria, nuova, che nessuno ancora capisce, a volte deve aspettare a lungo prima di sentirne l’eco» — Meret Oppenheim (1913-85) in occasione del suo discorso al Premio d’arte di Basilea del 1975.

Una selezione di opere di Meret Oppenheim viene messa in dialogo con lavori di artiste e artisti di una generazione recente. La coraggiosa personalità di Meret Oppenheim, la sua visione del mondo e la pratica artistica, continuano ad affascinare ancora oggi: l’esplorazione del subconscio, dei sogni, del legame tra creazione visiva e lirica, la riflessione sulla propria posizione di ‘artista donna tra gli artisti’ (come scrisse ai genitori negli anni Trenta) e la sua partecipazione attiva ai dibattiti femministi degli anni successivi, sono temi ancora oggi molto attuali nel panorama artistico contemporaneo.

Le artiste e gli artisti invitate/i alla mostra L’arcobaleno riposa sulla strada – Pascale Birchler, Miriam Laura Leonardi, Hunter Longe, Lou Masduraud, Luzie Meyer e Ser Serpas – presentano opere nuove e già esistenti in risposta a queste tematiche, generando una sorta di ‘rilettura’ della poetica di Meret Oppenheim.

Biografie artisti – L’arcobaleno riposa sulla strada
Pascale Birchler (1982, Zug) vive e lavora a Zurigo. Tra le mostre recenti: Der Rest ist Schweigen (Il resto è silenzio), project space, Galleria Peter Kilchmann, Zurigo (2021); Eine Fremde Stunde (Una strana ora), Kunstverein Friedrichshafen, Germania (2019); Refaire le monde, Museum Helmhaus di Zurigo (2018). Ha vinto diversi premi, tra cui quelli del Cantone e della città di Zurigo, della Fondazione UBS e partecipato a residenze a New York (2010) e Berlino (2015). Prossimamente esporrà alla mostra collettiva The Pieces I Am, UCCA Edge Museum (Shanghai), e beneficerà della sponsorizzazione di uno studio di 12 mesi da parte di ISCP (International Studio and Curatorial Program), New York 2022/23.

Miriam Laura Leonardi vive e lavora a Zurigo. Ha studiato fotografia al Gobelins, l’École de l’Image di Parigi, e ha conseguito un Master all’Università delle Arti di Zurigo. Il suo lavoro è stato presentato in numerose mostre personali e collettive a livello internazionale ed è stato premiato con diversi riconoscimenti. È stata in residenza all’Istituto Svizzero a Roma nell’anno 2018-2019. Gestisce inoltre il progetto espositivo Photography Exhibit! e tiene lezioni nel BFA presso l’ECAL, Università delle Arti di Losanna.

Hunter Longe (1985, California) vive e lavora a Ginevra. Ha conseguito un BFA presso il California College of the Arts di San Francisco e un MFA presso il Piet Zwart Institute di Rotterdam. Lavora con diversi media, ispirandosi alle proprietà e alle trasformazioni dei materiali che utilizza. Profondamente colpito dalla scoperta che 2/3 delle specie minerali della Terra si sono evolute dopo che batteri e piante hanno iniziato a riempire l’atmosfera di ossigeno, l’artista vede la creatività come innata e permeante tutti i materiali. Appropriandosi di storie e apparati provenienti dalle scienze e confondendoli con l’esoterico e il folcloristico, le opere di Longe annullano le distinzioni tra il vivente e il non vivente e alludono a una senzienza di fondo che va ben oltre il regno umano. Ha esposto di recente in mostre collettive e personali presso Krone Couronne, Biel/Bienne; Alte Fabrik, Rapperswil; Binz39, Zurigo; Centre d’art Contemporain Genève; Musée Cantonal de Geologie, Losanna; NoMoon, New York; Et al. Gallery, San Francisco; LambdaLambdaLambda, Pristina; e Hordaland Kunstsenter, Bergen. Un libro di suoi scritti e disegni intitolato DreamOre è stato pubblicato l’anno scorso da Coda Press ed è stato vincitore dello Swiss Art Awards 2021.

Lou Masduraud (1990) vive e lavora a Ginevra, dove sviluppa un lavoro artistico, critico e femminista. Ha ottenuto un MA in Belle Arti alla HEAD di Ginevra e ha partecipato al programma di ricerca post-laurea dell’ENSBA Lione dal 2017 al 2019. La sua pratica artistica analizza i meccanismi di potere, desiderio e emancipazione. È stata in residenza all’Istituto Svizzero a Roma, portando avanti un progetto sulle fontane pubbliche come simbolo della vita politica.

Luzie Meyer (1990, Tubinga) è un’artista, scrittrice, performer e traduttrice che vive e lavora a Berlino. Ha conseguito il Meisterschüler:in alla Städelschule di Francoforte e una laurea in Filosofia alla Goethe-Universität di Francoforte. Il suo lavoro spazia tra audio, video, fotografia, performance e installazioni. Il suo approccio interdisciplinare è radicato nel suo lavoro testuale. Utilizzando la propria voce, Meyer produce composizioni situate e performative che esplorano le relazioni psicosociali in una poetica idiosincratica e stratificata. Tra le mostre personali precedenti e future figurano Kunsthalle Bremerhaven (settembre 2022); Lasciatemi morire, Fanta, Milano (2021) e Duplicitous consent, Sweetwater, Berlino (2019). Le sue opere sono state esposte, tra l’altro, a: Kölnischer Kunstverein di Colonia; KW Institute for Contemporary Art di Berlino; Halle für Kunst di Lüneburg; Fri Art Kunsthalle di Friburgo; Lenbachhaus di Monaco; Belvedere 21 di Vienna; Nassauischer Kunstverein Wiesbaden; Kunstverein Braunschweig.

Ser Serpas (1995, California). Vive e lavora a Ginevra. Interessata principalmente alla morte e all’eredità, il suo lavoro si preoccupa della propria urgenza di fronte alla fossilizzazione. Attualmente, ha sequestrato il mondano citando liberamente la storia dell’arte in tutta la sua profondità, prestando poca attenzione a quest’ultima. Attraverso la pittura, la scultura, il disegno e la poesia, l’artista mescola pezzi della sua vita, sia reale sia immaginaria, in anti-ritratti, alcuni dei quali ritiene opportuno condividere nel contesto di mostre e performance. I precari assemblaggi di oggetti disparati trovati per strada costituiscono la sua serie più nota fino a oggi. Più di recentemente ha iniziato a utilizzare le foto scattate con il suo iPhone durante l’università come materiale di partenza per le sue vedute intime su tela non tesa, pannello di legno e carta. Il modo unico in cui l’artista rifrange il corpo in tensione, sia nelle sue installazioni scultoree, sia in quelle basate su testi che distorcono componenti della nostra architettura condivisa, si riflette nelle sue porzioni atipicamente ritagliate di intimità archetipica rubata. Nel complesso, il lavoro evoca un senso di gravitas e giocosità, un tutt’uno con ciò che spera di comunicare a livello interpersonale. Serpas ha tenuto mostre personali alla LUMA Foundation di Zurigo e al Ludlow 38 di New York. Ha partecipato alla biennale Made in LA 2020 presso l’Hammer Museum e l’Huntington. Ha partecipato a mostre presso la Pinault Collection, la Bourse de Commerce di Parigi, Punta Della Dogana di Venezia e lo Swiss Institute di New York.

Istituto Svizzero – L’arcobaleno riposa sulla strada è curata da Gioia Dal Molin

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Meret Oppenheim / Pascale Birchler / Miriam Laura Leonardi / Hunter Longe / Lou Masduraud / Luzie Meyer / Ser Serpas

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