Oscar Murillo – Spirits and Gestures
Alla Fondazione Memmo inaugura Spirits and Gestures, prima mostra personale in Italia dell’artista Oscar Murillo.
Il sincretismo culturale come conseguenza della globalizzazione, insieme al funzionamento e alle interazioni tra sistemi di potere integrati, sono elementi ricorrenti nella ricerca di Oscar Murillo, tra i vincitori del Turner Prize 2019. Nello stesso anno, la Fondazione Memmo ha invitato l’artista a Roma per visitare la città e gli spazi della Fondazione, con l’obiettivo di dare forma a un nuovo corpus di opere destinate a una mostra personale, in risposta diretta al contesto.
Nei due anni trascorsi, mentre la situazione sanitaria globale aveva reso impossibili gli spostamenti, Murillo ha sviluppato il suo progetto lavorando dal proprio studio in Colombia. La mostra, esito di questo lungo periodo di lavoro e riflessione, comprende dipinti realizzati a La Paila, confluiti poi all’interno di un’installazione site-specific realizzata al ritorno dell’artista a Roma. I lavori presentati portano inevitabilmente le tracce degli sconvolgimenti che hanno caratterizzato l’ultimo periodo, ponendo inoltre l’accento sulle forti iniquità e le sistematiche contraddizioni della società a livello globale, in linea con la pratica che Murillo porta avanti da diversi anni.
L’installazione realizzata alla Fondazione Memmo vede la presenza di otto dipinti inediti, che proseguono la ricerca avviata con le serie news e surge.
Nella serie surge Murillo presenta degli sfondi pittorici ricoperti da segni di matrice gestuale, dense pennellate di colore a olio che galleggiano orizzontalmente sulla superficie dell’opera; un richiamo all’espressionismo astratto, ma anche allusione alla forza cancellatrice dell’acqua. I lavori in mostra rappresentano una novità all’interno della serie surge per la sperimentazione sulla densità del colore. Mentre alcuni dipinti sono dominati da segni incisivi, altri riportano tocchi più leggeri che lasciano emergere gli strati sottostanti: una sovrapposizione di tele lavorate con tecniche diverse e cucite insieme.
A differenza della maggior parte dei lavori precedentemente realizzati – saturi di toni blu –, qui per la prima volta Murillo mostra una vibrante palette di colori rossi che arricchisce i dipinti di un’ampia gamma di sfumature; la presenza del rosso restituisce infatti l’idea di un fermento in atto tra le tele, come una forza sottostante. Realizzate durante i mesi della pandemia, in queste opere di Murillo affiora una bellezza “scintillante” oltre la quale si intravede un collasso già in atto nella società, ma che gli accadimenti degli ultimi 18 mesi hanno portato alla ribalta. Questo senso di instabilità latente è suggerito ulteriormente dall’artista attraverso l’uso di oggetti di culto quali inginocchiatoi e panche da chiesa.
La genesi di queste opere si può rintracciare nelle visite di Murillo a Roma e nell’osservazione del peso che la storia e la religione esercitano sulla città. Si tratta di un terreno già esplorato dall’artista, da sempre attratto dalle modalità – sia simboliche che fisiche – attraverso cui il potere si manifesta.
Spirits and Gestures di Oscar Murillo allude a diverse questioni di stringente attualità: le inquietudini che pervadono la società, il cambiamento climatico e i disastri ambientali, accompagnati da riflessioni più ampie sulla condizione umana. Nonostante ciò, la mostra non si presta a letture allegoriche dirette, quanto a un’esperienza stratificata e avvolgente.
BIOGRAFIA OSCAR MURILLO
Oscar Murillo è nato a La Paila, in Colombia, nel 1986. La sua produzione artistica abbraccia e rielabora in maniera originale pittura, scultura, installazioni, opere su carta, azioni, progetti collaborativi, video. L’idea di scambio culturale e le modalità attraverso cui idee, linguaggi, pratiche e oggetti quotidiani vengono fatti circolare, mescolandosi, sono al centro del suo lavoro; le opere e i progetti di Murillo testimoniano in questo senso una sensibilità per la condizione umana nell’era della globalizzazione, cogliendone lo stato transitorio e la fluidità. Si è diplomato all’Università di Westminster nel 2007, a Londra, città dove nel 2012 ha conseguito il Master in Fine Arts al Royal College of Art. È rappresentato dalle gallerie Carlos/Ishikawa, Isabella Bortolozzi e, dal 2013 da David Zwirner, nelle cui sedi ha esposto in più occasioni. Il lavoro di Oscar Murillo è stato presentato nell’ambito di mostre personali in alcune delle più importanti istituzioni artistiche e spazi espositivi del mondo: Mori Art Museum, Tokyo (2021-22); Aspen Art Museum, Aspen (2020); Kunstverein, Amburgo (2019-2020); The Shed, New York (2019); chi K11 art museum, Shangai (2019); Kettle’s Yard, Cambridge (2019); Haus der Kunst, Monaco di Baviera (2017-2018); Yarat Contemporary Art Centre, Baku (2017); Museo de Arte de la Universidad Nacional de Colombia, Bogotá (2015). Ha partecipato a numerose rassegne artistiche di livello internazionale, tra cui la Biennale di Berlino (2018); la Biennale di Sharjah (2017); Performa 15, a New York (2015). Nello stesso anno è stato invitato a prender parte alla 56a Biennale di Venezia con l’opera Frequencies, in collaborazione con alcuni componenti della sua famiglia e la scienziata politica Clara Dublanc: il progetto si basa tele temporaneamente apposte sui banchi di scuole selezionate in tutto il mondo, incoraggiando gli studenti a lasciare ogni tipo di traccia (disegni, scritte, scarabocchi). Nel 2019 è stato insignito del Turner Prize, per la prima volta nella storia assegnato a tutti gli artisti nominati (Lawrence Abu Hamdan, Helen Cammock, Tai Shan, oltre allo stesso Murillo). Tra le numerose collezioni internazionali che includono sue opere: The Broad, Los Angeles; Dallas Art Museum; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Kettle’s Yard, Università di Cambridge; Moderna Museet, Stoccolma; The Museum of Contemporary Art, Los Angeles; The MoMA, New York; Rubell Family Collection, Miami; Stedelijk Museum voor Actuele Kunst (S.M.A.K.), Ghent.