Shepard Fairey / 3 decades of dissent
Shepard Fairey 3 decades of dissent è un progetto espositivo esclusivo curato dallo stesso Shepard Fairey, urban artist tra i più conosciuti al mondo, insieme a Claudio Crescentini, Federica Pirani e Wunderkammern Gallery.
Si tratta di un concept unico e irripetibile, nato appositamente per la Galleria d’Arte Moderna, che presenta un nucleo unitario di trenta recenti opere grafiche inedite (2019) dell’artista con le quali si ripercorrono molti dei suoi temi di dissenso, tra cui la lotta per la pace e contro la violenza razziale, la difesa della dignità umana e di genere, la salvaguardia dell’ambiente. Le opere esposte dialogano con importanti opere della collezione d’arte contemporanea della Sovrintendenza Capitolina.
Sperimentatore assoluto di linguaggi, stili e messaggi politici tramite l’arte, l’artista statunitense Shepard Fairey (Charleston, 1970) ha voluto creare un concept unico e irripetibile appositamente per la Galleria d’Arte Moderna, presentando un nucleo unitario di trenta sue recenti opere grafiche inedite (2019) – con il quale ripercorre molti dei suoi temi di dissenso, tra cui la lotta per la pace e contro la violenza razziale, la difesa della dignità umana e di genere, la salvaguardia dell’ambiente – in dialogo con importanti opere della collezione d’arte contemporanea della Sovrintendenza Capitolina.
Ad aprire l’esposizione, un’opera che ne circoscrive anche il limite temporale dei tre decenni di dissidenza: una copia autografata di HOPE (2008), una delle opere più celebri di Fairey, in cui l’artista ha ridefinito il volto di Barack Obama, creando l’immagine iconica che ha fatto il giro del mondo, simbolo del primo politico di origini afroamericane a ricoprire la carica di Presidente U.S.A. Lo stesso Obama, in una lettera a Fairey poi resa pubblica, si congratulò direttamente con lui.
L’artista ha da sempre definito il suo stile come politico, audace e iconico, basato sulla stilizzazione e idealizzazione delle immagini, così come dimostrano anche altre opere in mostra, fra le quali la ridefinizione della celeberrima campagna di sticker dal titolo “André the Giant Has a Posse”, con il volto del campione di wrestling disseminato su migliaia di muri delle città americane. “André the Giant”, nella sua versione HENDRIX, sarà presente in mostra insieme a JESSE – con il volto del Reverendo Jesse Jackson – della serie “Brown Power”. In questa opera Fairey adotta esplicitamente il linguaggio visivo dei decenni Sessanta-Settanta e in particolare del movimento Black Power, utilizzando una combinazione di colori pan-africana – rosso, nero e verde – ripresa dai combattenti per la libertà e i diritti degli afroamericani. Così come espresso in un’altra sua opera in mostra, POWER AND EQUALITY dedicata ad Angela Davis, fondamentale attivista del movimento afroamericano statunitense e militante del Partito Comunista degli Stati Uniti d’America.
In contemporanea alla mostra “Shepard Fairey 3 decades of dissent” un’installazione di Sten Lex. Rinascita, ideatori della tecnica dello stencil poster, con un’opera che pone l’accento su una rinascita estetica a Roma.