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Grandi Piccolini / The Shape of Paint to Come

Thomas Braida (Gorizia, 1982) torna con Grandi Piccolini / The Shape of Paint to Come a MONITOR Roma dopo sei anni con una personale dedicata alla sua instancabile ricerca pittorica, in costante crescita.

Un artista che anche quando pone in primo piano l’ironia, lo fa molto sul serio. Un pittore che utilizza la sua forma di espressione artistica come chiave di accesso a un mondo diverso, a un racconto personale che tocca le corde di tutti.

Grandi Piccolini / The Shape of Paint to Come, è una mostra in cui l’artista mette ancora una volta in campo la sua originale visione e il suo senso dell’immagine. Un discorso quello dedicato all’immagine, che più che sul modo di costruirla, si concentra sul cosa l’immagine rivela. Per l’artista non è importante entrare nel dettaglio di un processo, ma piuttosto restituirci  la potenza della sua pittura consapevole e senza filtri.

‘Non so se il sensato o insensato siano i termini giusti, nel mio caso è come un allineamento di elementi in una sensazione visiva: quando ogni parte del lavoro, dal colore, al segno, alle piccole cose dipinte, ai significati, ogni elemento che per me caratterizza il quadro cominciano a creare un’armonia, delle note anche sgraziate o “insensate”, e in un attimo (che col tempo un pò riesci a prevedere) scatta un click, come di una serratura. Si apre ed ecco il quadro.’ (Thomas Braida in conversazione con Luca Bertolo, Grandi Piccolini / The Shape of Paint to Come, ShowDesk).
In queste righe Braida ci racconta in breve come nasce una sua opera e di quali caratteristiche si compone. Opere in cui spesso viene narrata la fragilità umana, quel sentimento che crea le paure che a loro volta generano mostri e comportamenti insani o violenti. Nel mondo di Braida questi sono messi a fuoco, affrontati e ci viene persino suggerita una via di fuga.
Citando ancora l’artista sulle possibilità offerte dall’essere pittori ‘Trovare nuove vie. Non creare piccoli mondi chiusi.’

Nella sua personale visione, Braida ingloba la realtà, la mette sotto sopra e la nutre di citazioni, di ironia, dell’ inverosimile, della mitologia  della la cultura pop.
Le sue serie di lavori con maestria ribaltano i temi iconografici di epoche e movimenti artistici diversi. Nelle nature morte in cui fanno incursione animali e oggetti inconsueti, nella pittura di paesaggio – diurni, notturni, marine -, nella rappresentazione di donne amazzoni anche al mare, nelle danse macabre dove lo scheletro stesso esorcizza il suo ruolo di figura giudicante.
Tutti dettagli che a un primo impatto ci faranno sorridere, per poi scoprire che intorno a loro succedono eventi altri, più grandi e bizzarri. A volte gli stessi di cui la cronaca ci informa quotidianamente: Braida li fa esplodere rendendoli paesaggi incantati o trasformandoli in creature diverse e figure allegoriche e disincantate.
Se è vero che attraverso la sua arte Braida ‘pulisce, scava e pulisce’ portandoci ben oltre la superficie pittorica è anche vero che nella pittura stessa egli trova la ‘semplificazione’, una via di comunicazione più diretta con sé stesso e con l’esterno, partendo da un intento molto potente e nobile. Farne sempre e comunque un ‘atto di amore’. (Citazione di Thomas Braida dalla conversazione con Luca Bertolo).

In occasione della mostra sarà presentato il nuovo libro di Thomas Braida Grandi Piccolini / The Shape of Paint to Come con un testo a cura di Luca Bertolo, graphic design Luca Cremona, edito da ShowDesk.

Categoria:
Pittura
Tag:
Thomas Braida

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